Smart Home, il mercato italiano è pronto?
L’Italia è pronta per la Smart Home, l’applicazione forse più vicina e “visibile” per la vita quotidiana dell’Internet of Things?
Stando ai dati della ricerca sulla Smart Home dell’Osservatorio Internet Of Things della School of Management del Politecnico di Milano, la nostra crescita tra il 2016 e il 2017 (+35%, con un valore totale di 250 milioni di euro) risulta in linea con quella dei principali Paesi occidentali, anche se in termini assoluti i numeri sono ancora inferiori rispetto agli altri mercati europei.
Ad aiutare la fiducia dei consumatori, e quindi lo sviluppo, c’è sicuramente la crescente presenza di brand affermati con le loro reti di assistenza, che offrono maggiore sicurezza rispetto alle startup.
Non a caso oltre il 70% del panel della ricerca è preoccupato della sicurezza dei dati, probabilmente anche per effetto della comunicazione sul GDPR.
Diversi altri sono i dati interessanti emersi, riassunti dall’infografica sotto.
IL MERCATO
In Italia mancano all’appello i grandi operatori Over-The-Top come Amazon, Google e Apple, che all’estero hanno appena iniziato la battaglia globale degli assistenti vocali intelligenti (Smart Home speaker), destinata a rivoluzionare il settore.
Nel frattempo quindi a rappresentare una parte importante del mercato sono le applicazioni IoT per la sicurezza, come sensori per porte e finestre in grado di rilevare tentativi di infrazione, videocamere di sorveglianza, serrature e videocitofoni, seguite da termostati e caldaie ed infine gli elettrodomestici gestibili da remoto.
Il principale canale di vendita della Smart Home in Italia resta la filiera tradizionale, con il 70% del mercato (+15% rispetto al 2016) ma già oggi il 30% inizia ad essere trainata da canali di vendita alternativi come retailer online e offline, assicurazioni, telco e utility, con crescita molto decisa (+125%).
LE MOTIVAZIONI D’ACQUISTO
In definitiva serve anche creare del valore aggiunto: le ragioni di acquisto dei consumatori infatti sono oggi legate a numero ristretto e basilare di bisogni: la possibilità di avere la propria abitazione sotto controllo, la maggiore comodità nello svolgere attività ricorrenti e il risparmio energetico.
“I consumatori non riescono ancora a cogliere il vantaggio derivante dalla condivisione dei dati – commenta Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Una leva importante è proporre servizi il cui valore sia chiaramente percepito dai clienti, come il pronto intervento di un’azienda di vigilanza in caso di furto oppure consigli per ridurre i consumi energetici. È importante che le aziende anticipino già in fase di progettazione le problematiche di sicurezza, per poi lanciare sul mercato prodotti smart con un minor rischio di vulnerabilità rispetto a eventuali attacchi esterni”.
IL RUOLO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Per superare le barriere all’adozione che frenano la diffusione dell’IoT nelle nostre case infine un elemento cruciale è lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
“Troppo spesso oggi si tende a limitare l’ambito di azione della casa intelligente all’automazione di semplici funzionalità già esistenti o alla gestione remota di dispositivi domestici, senza esplorare scenari più avanzati – osserva Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. L’Intelligenza Artificiale si candida a diventare la nuova “governante” della nostra casa: un aiuto concreto e personalizzato per aiutarci a vivere meglio, abilitando servizi di valore che vanno dalla gestione dell’energia al supporto agli acquisti, dalla vigilanza all’individuazione della necessità di pulizie in occasioni speciali”.